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- Categoria: Articoli
- Pubblicato Domenica, 23 Marzo 2014 22:57
- Scritto da Super User
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Questa nuova voce sul web potrebbe dare “fastidio” ad alcuni visitatori, mentre sicuramente susciterà “apprezzamenti” in altri.
Il sito trasferisce su internet parte di una pubblicazione del 1992 “IL TERREMOTO DEI SILENZI”, scritto in risposta alla pag. 14 del libro “Il terremoto di S. Lucia” scritto dal Commissario Governativo per le zone terremotate Alvaro Gomez y Paloma.
È probabile che qualcuno, dopo aver visionato le prime pagine, cercherà di uscire ritenendolo “non-interessante” o magari espressione di una “cultura anti-industriale”.
Tuttavia questo sito rimane e rimarrà l’unica voce che dirà come sono andate effettivamente le cose prima, durante e dopo quel dicembre 1990.
Se qualcuno conoscesse “altre verità” su questa vicenda per smentire o confermare quanto asserito in questo sito, può liberamente partecipare al “FORUM” di prossima attivazione e intanto scrivere al nostro indirizzo di posta elettronica.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che il terremoto del 1990 è sparito dalla memoria e dalla coscienza dell’Italia e degli Italiani, quasi che il sisma del 1990 non avesse colpito un pezzo di “terra italiana”. Dopo gli ultimi eventi sismici del 2002 é stato addirittura “cancellato” perfino dagli elenchi dei terremoti italiani (così come è difficile trovare notizie di quello del 1848).
Ancora più grave è il fatto che gli stessi Augustani lo abbiano coperto di oblio mentre le ferite materiali e morali quel 13 dicembre sono ancora aperte e ben visibili.
Il “piccolo” terremoto del dicembre 1990 - con 17 morti e 15.000 senzatetto, fu avvertito in tutta l’isola, interessò anche Malta e la Calabria, provocò un’onda anomala di cui poco si è parlato, tenne svegli e fuori di casa, per alcune notti, almeno due milioni di siciliani, mise in crisi la legge finanziaria del 1991, fece ottenere sovvenzioni a terremotati - e non - delle province di Siracusa, Catania, e Ragusa, ma costrinse i terremotati anche ad erigere, fino all’ottobre 1991, le barricate su porto, strade e ferrovia.
Nonostante ciò il terremoto del 1990 rimase un terremoto di serie “B” (….. o “Z”?) tant’è che questo sisma non ha mai avuto il riconoscimento (=la dichiarazione dello stato di calamità naturale).
Il promotore di questo sito ha cercato, ancor prima del 1990, di infrangere il tabu che grava su Augusta e dintorni, ma ha dovuto confrontarsi e con l’indifferenza degli Augustani e con gli interessi di chi (imprenditori, politici e amministratori) intende continuare sfruttare Augusta per il proprio tornaconto economico e politico.
Ormai è noto e ampiamente documentato che Augusta e dintorni, senza alcuna contropartita, pagano un prezzo altissimo al cosiddetto “progresso” ed al “benessere della nazione” e appare, altresì, evidente anche il fatto che il ricatto occupazionale ha soggiogato nel corpo e nello spirito gli abitanti del cosiddetto “triangolo della morte” AUGUSTA-PRIOLO-MELILLI.
Affido questo sito, come una sorta di S.O.S. in bottiglia, al mare di Internet, come una “voce di chi non ha voce” nella speranza che, quando sarà raccolto, non sia troppo tardi e per evitare che, anche dopo la prossima catastrofe che potrebbe colpire Augusta, nessuno possa dire “…Ma io non sapevo”.
Purtroppo, prima, durante e dopo il terremoto, tanti, a tutti i livelli, sapevano, tacevano ed anche mentivano; e dopo il terremoto del 1990 hanno continuato a mentire anche alla loro coscienza.
Poi, dopo la disgrazia, come di consueto, sono cominciate le speculazioni e lo sciacallaggio sulla ricostruzione….…. ed io ne so qualcosa, benché siano trascorsi appena …. poco più di dodici anni.
Nel frattempo, l’Italia ha dovuto fare i conti con altre calamità, ma per tutti c’è stata solidarietà, tranne che per i terremotati siciliani del 1990.
Per i terremotati del 1990 non sono esistite “partite del cuore”, sottoscrizioni di quotidiani e di tv, una tantum, ritocchi del prezzo della benzina, ecc., anzi ci fu subito il tentativo di evitare che l’area colpita dal sisma si “espandesse” troppo e la fretta di quantificare i danni (ma solo quelli apparenti).
I telegiornali nazionali dell’epoca, (nessuna edizione straordinaria!) già, dopo il primo giorno, avevano relegato “in fondo” la notizia del sisma siciliano, e … con il cronometro alla mano. Per gli altri, invece anche le “overdose” di informazione e, perfino le repliche, quasi che la sofferenza fosse oggetto di “audience”.
Ma chi oserebbe parlare oggi di emergenza dopo 12 anni? L’emergenza purtroppo c’è ancora, ma chi la dovrebbe vedere non la vede, e c’è ancora anche chi la subisce.
Se ancor oggi, dodici anni e un mese dopo il sisma si parla di ricostruzione vuol dire che l’emergenza continua. Tanto i terremotati non sono i tecnici ed i burocrati che gestiscono la ricostruzione nella tranquillità dei loro studi o uffici. Cosa importa loro del disagio o della sofferenza degli altri?
Resta una profonda amarezza nel cuore, quando ad altri si promettono ricostruzioni “rapide” (=Umbria) o “ricostruzioni lampo” (=Molise), mentre qui (in alcuni casi) dodici anni si sono persi solo per l’“ordinaria follia burocratica” che impedisce la ricostruzione.
Anche se chi sta al potere non vuole ammetterlo, non si può negare l’evidenza:
LE CALAMITA’ NON SONO UGUALI PER TUTTI o almeno, NON LO SONO LE LEGGI SULLE RICOSTRUZIONI.
Su questo sito troverete, non solo, quell’informazione che fu data, ma quella che non fu data, ma questa informazione, se la volete, dovete prendervela: tanto è gratis.
Da oggi, quindi, nel mare di internet galleggia una bottiglia con un messaggio:
www.terremotodeisilenzi.it
Saranno sicuramente tanti a vederla, ma riusciranno poi a prenderla per leggerne il messaggio, magari solo per curiosità?
In via sperimentale questo sito sarà aperto per un anno: poi, in base al risultato, si deciderà, se riconfermarlo o meno.
Il sito non è ancora completo in ogni sua parte ma pian piano, con un po’ di fatica e di pazienza, sarà aggiornato e completato. Saranno gradite non solo le visite, ma anche l’invio di materiale documentativi e divulgativo (fotografie, segnalazioni, vicende, articoli, libri, contributi di ogni genere, lettere, e quant’altro potesse essere utile a “rompere il silenzio” su Augusta.
Senza nessuna pretesa, questo sito, potrebbe essere una sorta di “giornale di collegamento” dell’ALTRA AUGUSTA e diventare un servizio alla “Verità”, anche se scomoda.
Augusta, 11 gennaio 2003
DON PALMIRO PRISUTTO