Il terremoto annunciato
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- Pubblicato Mercoledì, 14 Maggio 2014 21:38
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QUELLO CHE E' STATO DETTO E SCRITTO PRIMA DEL 13 DICEMBRE 1990
Il terremoto che il 13 dicembre 1990 ha colpito la Sicilia orientale ed in modo particolare Augusta, Melilli e Carlentini, era un evento «previsto ed atteso».
Più volte, negli anni precedenti, gli scienziati avevano dato l' allarme; purtroppo, questo allarme non è stato mai preso in seria considerazione dalle Autorità competenti, le quali si sono augurate solamente che tale evento non accadesse mai. Purtroppo il terremoto è arrivato, ma, per fortuna, con un bilancio meno tragico del previsto. Le Autorità competenti, pur di fronte all' emergenza provocata dall'evento hanno continuato a mostrare la loro impreparazione ed incapacità, specialmente in merito alla prevenzione. A dimostrazione di quanto affermato, nelle pagine che seguono, riportiamo, anno per anno, i pezzi più salienti (articoli di stampa, interventi, interviste, testi di trasmissioni televisive e dichiarazioni varie rilasciate dagli scienziati) in riferimento al rischio sismico ed alle possibili catastrofiche conseguenze nella zona AUGUSTA-PRIOLO-MELILLI.
1986
..."In questo luogo deserto, dove la natura è selvaggia e non si vede neppure una casa, abita la sirena Lighea che si bagna nel mar color pavone".
Così lo scrittore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa descriveva il tratto di costa compreso tra Augusta, Priolo e Siracusa.
Da allora qualcosa è cambiato: i 15 chilometri di litorale che incantarono l' autore del Gattopardo ospitano oggi la più grande concentrazione industriale petrolchimica d' Italia.
Dagli anni '50 agli anni '80 sulla costa, al posto delle sirene, sono spuntate 220 canne fumarie e centinaia di stabilimenti. Fra questi "SETTE INDUSTRIE AD ALTO RISCHIO" in base al censimento del Ministero della Sanità, SITUATE IN UNA DELLE ZONE PIU' SISMICHE D' EUROPA.
1988
..."Perché questa è una zona particolarmente sensibile a tutti i tipi di rischi che noi conosciamo: al rischio SISMICO, al rischio CHIMICO-INDUSTRIALE, al rischio BELLICO, perché siamo anche circondati da insediamenti della NATO, vale a dire ci troviamo in una delle zone più calde, a mio avviso, dell' Italia, dove non c' è nessuna attenzione né da parte della Regione né da parte del Governo centrale"...
(Pippo Gianni Sindaco di Priolo)
Da RAIDUE TG2 Dossier "L' Italia a rischio" del 1 luglio 1986
"... ma c' è di peggio: l' industrializzazione selvaggia degli anni '50 ha concentrato quest'incredibile serie di impianti in una zona considerata dai geologi particolarmente esposta al rischio sismico. Secondo gli esperti, la probabilità di un terremoto è molto alta e le conseguenze sarebbero catastrofiche...".
Da RAITRE-VERDEAZZURRO "EVACUATE, SE POTETE..." marzo 1988.